DPP DIGITAL PRODUCT PASSPORT

Si invitano le imprese del settore alla partecipazione e le associazioni di categoria alla massima diffusione.
Scadenza per la compilazione del questionario: 13 agosto 2025

Il passaporto digitale del prodotto: cosa è e che impatti avrà.

Desideriamo informare che il ministero delle imprese e del made in Italy -Divisione IV della  Direzione generale per la politica industriale, la riconversione e la crisi industriale, l'innovazione, le PMI e il made in Italy,  ha reso noto che la Commissione Europea -Direzione Generale GROW- ha avviato una consultazione nell’ambito della valutazione d’impatto relativa a un Atto Delegato sui requisiti per i fornitori di servizi del Digital Product Passport (DPP).

Questa consultazione è di particolare rilievo per le PMI coinvolte in attività legate all’economia circolare (come riciclo, riparazione, riutilizzo, smaltimento) nonché per le imprese che dovranno generare o gestire passaporti digitali per i propri prodotti.
Si invitano caldamente le imprese del settore alla partecipazione e le associazioni di categoria alla massima diffusione.

 

Scadenza per la compilazione del questionario: 13 agosto 2025
(con possibilità di estensione di 2 settimane, se necessario)

Link ai questionari:

PMI attive principalmente nella circolarità e nella gestione dei rifiuti
(es. riciclatori, riparatori, aziende di smaltimento, ecc.)

👉 Compila il questionario https://ec.europa.eu/eusurvey/runner/EO-Repairers-Refurbishers-Re-purposers-Recyclers

PMI che saranno responsabili della creazione del DPP per i propri prodotti o che offrono servizi di hosting DPP per conto terzi (inclusi i rappresentanti di tali imprese)

👉 Compila il questionario https://ec.europa.eu/eusurvey/runner/DPPSP-self-hosters-business-associations

La raccolta dati ha l’obiettivo di valutare costi e impatti derivanti dai requisiti proposti per i fornitori di servizi DPP, e di esplorare la fattibilità di un eventuale sistema di certificazione. Il vostro contributo sarà prezioso per orientare le scelte della Commissione Europea.

Per ulteriori chiarimenti, potete contattare direttamente l’unità GROW.G2 all’indirizzo:
📧 GROW-G2@ec.europa.eu

 

Cosa è:

ll Passaporto Digitale di Prodotto (DPP) è uno strumento digitale che raccoglie informazioni dettagliate sul ciclo di vita di un prodotto, inclusi materiali utilizzati, processi di produzione, impatto ambientale e modalità di smaltimento.
La sua introduzione è parte del Regolamento Ecodesign per i Prodotti Sostenibili (ESPR) e mira a promuovere la trasparenza e l'economia circolare.
Le Camera di Commercio potrebbero svolgere un ruolo nella gestione o nel supporto di questo sistema, sebbene, ad ora, non siano specificamente menzionate nel contesto fornito.

In altre parole, grAzie al DPP sarà possibile reperire informazioni specifiche e cruciali, ad esempio, su ogni capo d’abbigliamento, dalla sua origine fino al suo smaltimento o recupero. Alcuni esempi di informazioni che possono essere incluse all’interno del DPP sono: dettagli sui materiali utilizzati e informazioni sulla loro provenienza, dati relativi all’impatto ambientale, informazioni sul ciclo produttivo, consigli sulla manutenzione e riparazione, nonché indicazioni sullo smaltimento e il riciclo.

Destinatari della normativa sul DPP sono, in primo luogo, i fabbricanti e gli importatori che, all’atto di immissione di un prodotto sul mercato, saranno tenuti ad assicurare che lo stesso sia corredato di DPP. Sui distributori, invece, graverà l’obbligo di verificare che il prodotto sia etichettato o collegato a un DPP prima di metterlo a disposizione sul mercato. Infine, i rivenditori dovranno assicurare che il DPP sia facilmente accessibile ai clienti e potenziali clienti, ciò anche in caso di vendite a distanza.

 

Impatti sul mercato:

Trasparenza. I consumatori potranno infatti accedere facilmente a informazioni precise e verificabili sul prodotto ed effettuare scelte di acquisto più consapevoli, soprattutto riguardo all’impatto ambientale e sociale del prodotto stesso.

Tracciabilità end-to-end dei prodotti. Grazie al DPP sarà possibile seguire ogni fase della produzione, dalla materia prima fino al prodotto finito, riducendo il rischio di pratiche di greenwashing e social washing. Inoltre, i passaporti digitali faciliteranno le Autorità Pubbliche nella verifica della conformità alle normative e nei controlli sul ciclo di vita dei prodotti, dall’inizio della produzione fino alla gestione dei rifiuti.

Miglioramento della supply chain: le informazioni raccolte e rese accessibili tramite il DPP potranno essere utilizzate per migliorare la gestione della catena di fornitura, ottimizzare i processi produttivi e ridurre i costi legati agli sprechi. Le aziende potranno, inoltre, monitorare e migliorare continuamente le proprie pratiche sostenibili.

Per garantire l’efficacia del DPP, il sistema di lettura delle informazioni dovrà essere economico e accessibile a tutti gli attori della filiera nonché durevole per l’intero ciclo di vita del prodotto.

Tra le soluzioni prospettate e, per alcune imprese settoriali già in fase di test, vi sono tecnologie quali i QR code, i tag RFID e NFC.

 

Ma quali effetti avrà l’implementazione del DPP sull’esigenza di tutela della proprietà intellettuale che i vari brand del settore mirano a preservare?

Il DPP, in quanto strumento finalizzato ad incrementare la tracciabilità della supply chain e la trasparenza, è uno strumento utile anche ai fini della identificazione e repressione di attività in violazione dei diritti di proprietà intellettuale.
Non a caso, infatti, il DPP è una delle misure la cui la adozione è raccomandata dalla Commissione Europea (Raccomandazione della Commissione del 19.3.2024) al fine di combattere la contraffazione e rafforzare la tutela dei diritti di proprietà intellettuale, quale strumento in grado di assistere gli operatori economici e le autorità doganali nel tracciamento dei prodotti.

Tuttavia, l’adozione del DPP solleva qualche preoccupazione per i titolari dei brand rispetto alla tutela dei propri segreti commerciali.
Le informazioni contenute nel DPP potrebbero, infatti, avere natura riservata (si pensi, ad esempio, alle informazioni relative ai processi produttivi o ai materiali utilizzati o ai fornitori) e dunque la circolazione del DPP potrebbe comportare una divulgazione di segreti commerciali.
È, pertanto, cruciale che nell’implementazione del DPP vengano adottati dei protocolli che garantiscano la secretazione delle informazioni aziendali aventi natura riservata, al fine di evitare che venga meno uno dei requisiti legali richiesti al fine della loro protezione giuridica.

 


a cura
del Servizio tutela del Consumatore, Imprese e proprietà industriale della Camera di commercio Irpinia Sannio

 

Ultima modifica
Gio 31 Lug, 2025